MODELLI

Il modello sistemico-relazionale

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Il modello Rogersiano

Carl Rogers è l’ideatore della terapia centrata sul cliente.

Più precisamente è un uomo qualunque, nato in una famiglia dai rigidi valori, da cui si distaccò trasferendosi in campagna. Scoprì così una passione per la natura e si iscrisse alla facoltà di agraria. Successivamente, insoddisfatto degli studi, si trasferì alla facoltà di religione. 

Ancora una volta aveva intrapreso un cammino che non sentiva suo. Ben presto quindi iniziò a dedicarsi all’arte della psicopedagogia. Lì finalmente trovò la sua vocazione e continuò fino alla morte ad interessarsi alla ricerca e alla terapia. Notò come quest ultima avesse bisogno di un aggiornamento. Si distaccò ben presto dalla psicoanalisi, dedicandosi alle proprie teorie.

Ad oggi è riconosciuto come padre fondatore della Psicologia Umanistica. Probabilmente aveva proprio trovato in quel lontano 1939 la sua strada!

Rogers sosteneva che nasciamo con l’abilità di realizzare grandi cose, di raggiungere la nostra vocazione, perseguendo i nostri obiettivi. Gli esseri umani non nascono come una tabula rasa ma dotati di un’ innata forza che si sviluppa in base alle nostre esperienze ed ai nostri modi di pensare. L’evoluzione di questa porta a modificare le nostre credenze ed i nostri comportamenti.

L’uomo ha quindi una capacità innata volta al raggiungimento e al mantenimento della propria salute e dell’autoregolazione. Da questo presupposto nasce la terapia centrata sul cliente. Egli rifiutò il termine paziente, poiché associato al concetto di malattia. Rogers sosteneva che ognuno di noi nel corso degli anni può incappare in momenti bui, in periodi difficili, per una relazione terminata male, per un lutto, perché ci sentiamo soli, perché siamo spaesati, perché sentiamo qualcosa dentro di noi che si modifica senza il nostro razionale consenso. Ecco è in quei momenti che ci occorre qualcuno che ci guidi, che ci supporti, ci sostenga e ci mostri la strada per ritrovare quella nostra capacità innata di perseguire l’obiettivo. Ecco allora che chiediamo aiuto allo Psicologo. Ed ecco perché chi chiede aiuto non è un paziente, ma un cliente, non siamo malati, non abbiamo nessuna malattia mentale o fisica, ci sentiamo solo momentaneamente smarriti. Necessitiamo di qualcuno che ripristini la nostra naturale tendenza attualizzante e ci aiuti a camminare, psicologicamente, verso nuove esperienze, ricominciando a perseguire i nostri obiettivi. Siamo arcieri pronti a scoccare la freccia, ma dobbiamo prima prendere la mira.

Questo è lo scopo della psicoterapia: consentire alla tendenza attualizzante, la suddetta capacità innata, di agire liberamente, eliminando gli ostacoli che impediscono l’autorealizzazione della persona. Ogni individuo possiede in se stesso le risorse necessarie per liberarsi da ciò che lo fa star male e sarà lui a consentire allo psicologo l’accesso al suo mondo interiore. Per questo è una terapia, quella rogersiana, centrata sul cliente.

Nasce una relazione tra psicologo e cliente, una relazione in cui il primo incita il secondo a utilizzare le proprie risorse per individuare il problema, e in cui il secondo si sente accettato, non giudicato e libero di esprimersi in maniera autentica.

Fonti:

Carubbi F., Psicofiaba, alpes ed., 2019

Rogers C., La terapia centrata sul cliente, Giunti ed., 2013

Rogers C., Un modo di essere, Giunti ed., 2013

Neuroscienze ed Enigmatherapy

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