Scrittura creativa

Il treno

C'era una volta un giovane alla stazione, in attesa del suo treno. Era un treno speciale, si dice passi solo una volta e se ti distrai e ne perdi l'occasione non sai davvero se ne avrai un'altra.

Infatti il ragazzo osservava con ansia il tabellone degli arrivi e sperava che presto il megafono avesse annunciato l'arrivo del suo treno. Vedendo poi il tabellone ancora vuoto, si sedette su una panchina e, ad occhi aperti, iniziò a sognare. 

Immaginava già la sua vita. Avrebbe certamente preso il treno giusto e avrebbe poi avverato ogni minuscolo suo desiderio. Aveva immaginato la sua vita perfetta, la donna perfetta, il lavoro perfetto, la famiglia perfetta, ma non aveva fatto i conti con la realtà. 

Purtroppo infatti, sappiamo che la perfezione non esiste, che la durata di una relazione non dipende solo da noi e dal nostro desiderio. Una relazione sia d'amore o d'amicizia si fa in due, con la voglia, sicuramente, ma anche con il coraggio di andare incontro, di esserci, e di comunicare e quando questo manca, la relazione non va avanti. 

Un fischio lo destò dal suo sogno e vide davanti a sé la porta del suo treno chiudersi. Il capostazione fischiò di nuovo e il treno partì. Il giovane capì subito che quello lì era proprio il suo treno, ma non fece in tempo a prenderlo. 

Si alzò dalla panchina, correndo verso il capostazione, ma questo gli disse di non poter fermare il treno. Ma lui non si diede per vinto e chiese in quali altre stazioni si sarebbe fermato. Presa la lista, corse fuori alla stazione, prese l'automobile e guidò fino a quella successiva. Quando la raggiunse il treno era già ripartito. Osservò la lista e decise che sarebbe andato direttamente all'ultima stazione. Sarebbe arrivato di certo prima, poiché, il treno si sarebbe fermato in altre quattro stazioni. Guidò pericolosamente, senza mai fermarsi. Raggiunse la stazione in grande anticipo. Sapeva bene però che quella sarebbe stata l'ultima possibilità. Avrebbe dovuto attendere, concentrando il sguardo sul tabellone, e le sue orecchie sul megafono.

Nella mia storia, il ragazzo ancora una volta si lascia prendere dal sogno ad occhi aperti immaginando una vita irrealizzabile in cui lui riusciva ad ottenere proprio tutto quello che voleva, anche a scapito di tutti coloro che lo circondavano. Perché spesso succede che fermi nei nostri obiettivi da raggiungere dimentichiamo che la relazione è composta di più persone e che ognuno di noi è importante quanto l'altro, ognuno ha degli obiettivi, dei sogni, delle speranze e nessuno deve raggiungerli a danno del partner.

Come vorresti terminasse la storia? Cosa vorresti accadesse?

Scrivimi la tua versione del racconto.

FG

Verbalizzare un'emozione

Solo poco tempo fa, nel mio stomaco, viveva una bomba. La miccia era accesa e mancava davvero poco tempo perché esplodesse. Non era la bomba a cui tutti siamo abituati, dal disegno perfettamente circolare e con una fiammella accesa all'apice. La mia bomba era allungata e stretta ai fianchi, perché doveva farsi largo nell'intestino e posizionarsi facendo attenzione da una parte alla gabbia toracica e dall'altra parte al ventre. Ma era grande, così grande che le risultava molto difficile pazientare ancora. Mancava davvero poco all'esplosione. 

Il lettore penserà "impossibile avere una bomba nello stomaco" oppure "quella sensazione la conosco bene!".

La mia bomba spingeva verso l'alto provocando, come effetto collaterale, un aumento del battito cardiaco e della pressione, spingeva verso il basso provocandomi crampi allo stomaco. 

Ma non bastava questo, ulteriormente ho iniziato ad avere problemi con il cibo: ero improvvisamente intollerante a molti prodotti alimentari, ero sempre in agitazione e più provavo a comprimere la bomba, magari anche facendomi del male, buttandomi nel cibo e allontanandomi dal sociale, più sentivo che lei invece desiderava solo scoppiare. 

Avevo paura, cosa sarebbe successo se fosse scoppiata?

Capita spesso di trovarsi in una condizione simile e voler solo sfogarsi con qualcuno, si ma chi?

Un amico per quanto possa essere empatico, non ti capirà mai davvero e sarà inoltre concentrato sui suoi problemi, perché tutti ne abbiamo e sono tutti importanti allo stesso modo. 

Parlarne con la famiglia? Si, ma quante incomprensioni, con quali effetti. 

Il problema è che ogni volta che parliamo con qualcuno, entriamo in contatto con un altro essere con un vissuto, un'esperienza, una capacità di comprendere differente dalla nostra. Inoltre non sappiamo quali sono i dolori e i problemi che lo attanagliano in quel momento. Non sappiamo se lo troveremmo in fase positiva o negativa, interessato o concentrato su altro. Magari proviamo a parlargli, per condividere un nostro sentire e ne otteniamo una risposta superficiale o al contrario una risposta apprensiva. In entrambi i casi non è ciò che desidereremmo trovare. 

Così spesso, almeno a me, capita di chiuderci in noi stessi e lasciar parlare la musica o la tv, o perchè no, un bel libro. 

In ogni dove puoi trovare una risposta, da ascoltare, e far tua. Ma mai troverai in essa la verbalizzazione del tuo sentire e non perché sei il solo a percepirla, ma sei il solo che la sente e la può descrivere in quell'unico modo in cui tu la capti. Quindi cerca la tua frase, ma ricorda che una sensazione non può realmente essere verbalizzata, solo esperita!

Chi ha mai sentito dentro di sè una bomba come quella disegnata da me? Era proprio così? Hai capito di cosa era costituita? Perché fosse lì? E' ancora lì pronta a scoppiare? 

Scrivimi se vuoi.

FG

Accogli le tue "spine"

l'immagine rappresenta il ramo di un albero i cui frutti sono molto rari e prelibati, unici potremmo dire. Si tratta del limone caviale. Su ogni ramo nascono pochi frutti, e questi sono difesi da una quantità di spine che allontanano i malintenzionati, siano essi animali o umani. 

Credo che il limone caviale rappresenti la metafora della nostra vita. Le nostre spine sono i meccanismi di difesa reazioni che mettiamo in atto per proteggerci dal pericolo. Il nostro frutto è ciò che riusciamo a creare, il buono in noi, le nostre realizzazioni, i nostri desideri, le nostre speranze che non lasciamo toccare da nessuno, per paura di soffrire. 

Spesso però le nostre spine divengono così parte di noi, da non riuscire più a controllarle. Ciò blocca la nostra capacità relazionale.

Vuoi riuscire a riconoscere e gestire le tue "spine"?

Contattami! Prenota un appuntamento online o nel mio studio privato. Scorri fino al termine della pagina per i miei contatti.

FG