Recensioni

Encanto, l'amore e la famiglia

La famiglia Madrigal.

Il film inizia con il racconto di ciò che è avvenuto nel passato. Una coppia di sposini in fuga con i concittadini. Un villaggio assediato da abbandonare e la ricerca di una casa nuova. Giunti sulle rive di un fiume, lì dove non sembra esserci più scampo un uomo si sacrifica per la propria famiglia e per i propri amici. Dal suo sacrificio d’amore nasce una magia. Una luce accecante crea una candela, una casa e, lì dove fino a quel momento era pianura, crescono montagne alte per proteggere il nuovo villaggio. La casa della famiglia Madrigal quindi è in una vallata circondata dai monti, non in cima, come ho letto in numerose recensioni in cui il messaggio del film, purtroppo, viene completamente travisato.

Lady Madrigal, cresce i suoi tre gemelli Pepa, Julieta e Bruno, in una casa magica ed aiuta come può i suoi concittadini. C’è amore, unione, amicizia ed è questo che rende la magia sempre più forte.

Passano gli anni e sembra che la magia diventi molto più importante dei sentimenti e quindi dell’amore. In primis è donna Madrigal che accetta i doni quando questi sono positivi, e modificare le condizioni metereologiche o guarire le ferite sembrano effettivamente doni meravigliosi in confronto alla preveggenza. Così Bruno, stanco delle sue previsioni apparentemente negative, abbandona la sua torre. Le sue sorelle invece, sposano l’una un maldestro e goffo uomo che tende sempre a farsi male e l’altra un simpaticone che riesce ad equilibrare le emozioni della sua donna cambia-clima. Da queste due giovani coppie nascono altri bambini e con essi nuovi doni.

La prima coppia dà alla luce Dolores, una ragazza con un udito eccessivamente sviluppato, Camillo, un ragazzino che può modificare il suo aspetto e Antonio, un bimbo tenerissimo che avrà il dono di parlare con gli animali. Dalla seconda coppia invece nascono tre ragazze, Luisa riceverà il dono della forza, Isabella il dono della bellezza, della grazia e dell’arte floreale, e poi c'è Mirabel, il primo personaggio che incontriamo.

Sorridente, amante della propria famiglia, e della casa magica in cui vive; amorevole, intelligente, furba e molto testarda, ma anche consolatrice e confidente, è Mirabel, la protagonista dell’intero film.

Tutto dall’inizio alla fine del film riconduce a lei, ma nessuno sembra accorgersene. La sua esplosività di norma coinvolgerebbe tutti, ma in questa famiglia viene vista con paura e distacco. Sembra agli occhi dei familiari che sia nata per distruggere ogni equilibrio interno, ma in realtà sappiamo bene che così non è; anzi Mirabel è nata per salvare l’unico vero valore che dovrebbe tenere unita ogni famiglia: l’amore.

È lei che supporta il piccolo cuginetto quando è spaventato, lo accompagna addirittura fino alla porta che gli consentirà di accedere al suo dono. Una grande prova di coraggio per una ragazzina traumatizzata. Camminare davanti a tutti gli ospiti fino alla porta del piccolo, riporta la sua mente a quando lei stessa sperava in un dono ed invece vide la sua porta sparire al suo tocco. Quell’esperienza provocò un profondo trauma, e avere la forza di riviverlo per amore di un proprio affetto è davvero un atto coraggioso.

La casa si sgretola solo davanti ai suoi occhi come se fosse un presagio, è l’unico personaggio che parla con amore persino ad essa, la saluta quando esce e quando torna come se la casa stessa fosse un membro della famiglia. La sorella forzuta confiderà a lei i suoi timori e la sua stanchezza per la responsabilità di cui, ormai da tanto tempo, si fa carico; Isabella, l' altra sorella, bella, amata, elogiata e ben voluta da tutti con cui lei sembra non avere un ottimo rapporto, le confiderà di voler creare qualcosa di nuovo e di colorato invece dei soliti fiori e di sentirsi stretta nel personaggio che interpreta. La cugina le farà capire che ama un uomo che non può sposare perché promesso proprio ad Isabella. Ogni personaggio ha dentro di sé un peso che nasconde e che a poco a poco sgretolerà la casa, solo lei riesce ad identificare il vero problema.

Lo zio Bruno, scomparso anni prima, in realtà vive nelle fondazioni della casa. È lei che lo trova e gli promette di reinserirlo nella famiglia. Scopriamo poi che lo stesso andò via al tempo dell’ultima visione: premonizione cangiante e non definitiva di un futuro non ancora scritto. Il suo dono anticipa ciò che potrebbe essere e non ciò che sicuramente accadrà. Non dipende da noi, infatti, se il tempo cambia, se i pesci rossi muoiono presto o se si perdono i capelli, ma è sicuro che facendo attenzione alla linea si potrebbe restare in forma e provare molto amore non porta a distruzione. E questo sarebbe bastato a capire che Mirabel non avrebbe mai potuto ferire la propria famiglia, perché li ama troppo ed ama la casa, le tradizioni e i suoi concittadini. Anche questi ultimi sono vicini alla ragazza senza dono. Mentre Abuela, la nonna, divenuta rigida negli anni pare abbia dimenticato che la magia sia nata da un atto d’amore e sembra decidere rigidamente per tutti senza lasciar spazio ai loro sentimenti. Lei ama, ama ancora il suo uomo morto anni prima, a lui prega ogni sera, a lui chiede un aiuto per salvare la magia che percepisce svanire. Fino all’ultimo non le viene in mente che quell’aiuto atteso possa essere proprio la nipote senza dono. Abuela riconosce il ruolo di Mirabel solo quando la ritrova casualmente sulle rive del fiume in cui anni prima era morto Abuelo. Cosa che avrebbe dovuto capire subito, riconoscendo che lei stessa non aveva alcun dono e che essendo anziana, prima o poi, avrebbe dovuto scegliere un'erede.

Psicologicamente parlando, potremmo da una parte soffermarci sulle tipologie di relazioni all'interno del film: Relazione intesa qui come affetto tra i membri della famiglia. Notiamo relazioni di coppia, relazioni fraterne e la relazione generazionale. Potremmo riscontrare anche problematiche interne alle grandi famiglie e prendere per esempio in esame l'atto genitoriale, il ruolo del genitore e quello dei parenti altri. (Tematiche che riprenderemo prossimamente nella altre sezioni del sito). Sembra infatti che Abuela sia la madre di tutti. Mirabel vive sotto lo stesso tetto dei due genitori ma a loro è affidato il compito di dare affetto e quando Mirabel, agli occhi della nonna, diviene la causa dello sgretolamento della casa e della distruzione della magia, per quanto Julieta possa voler bene a sua figlia non ha il coraggio di scontrarsi realmente contro la madre e sostenere la ragazza, così Mirabel scappa.

Dall'altra parte potremmo soffermarci sui simboli. Per esempio la farfalla cucita proprio sulla maglietta di Mirabel. La mariposa che torna nella tradizione colombiana come simbolo di rinnovamento, che vediamo volare nei ricordi di Abuela, nelle parole della canzone dos oruguitas e nella visione di zio Bruno. La farfalla è simbolo del divenire, del modificarsi. In questo caso potrebbe simboleggiare un cambiamento. Durante il processo del divenire si attua una trasformazione che sgretola e ricompone, così come il bruco, diviene crisalide, e dal bozzolo sgretolato nasce la farfalla. Anche la casa aveva necessità di una trasformazione e solo un erede giovane poteva prendere il posto della nonna, unica altra donna senza poteri.

Potremmo dire infine che il messaggio donatoci dalla Disney, è che l’amore vince su tutto, è più importante anche della magia. Sembra essere un tema ricorrente nei film di animazione, dopo che per generazioni si è dato maggiore spazio all’importanza della magia, della fantasia e dei sogni. Messaggio del film è anche e soprattutto, direi, l’importanza dell’unione familiare, e dell’accettazione dell’altro come individuo unico e irripetibile.

FG

Sigle sistemiche: Una porta socchiusa ai confini del sole

In un regno leggendario c’è una principessa

Fiera, bella e coraggiosa, proprio come una leonessa.

Ma la dolce principessa adesso è prigioniera

e tutto il regno si dispera e cerca chi la salverà.

Sulla Terra tre ragazze semplici e gioiose

fanno un viaggio inaspettato in un’altra dimensione.

Quando scoprono che il regno non è un’illusione

insieme fanno la promessa di salvar la principessa.

E’ un regno pieno di misteri e di magici pensieri

salendo ripidi sentieri arriverai lassù.

Una porta socchiusa ai confini del sole

che può aprirsi soltanto con un soffio d’amore

amore profondo che ci viene dal cuore,

si dal nostro cuore.

Chi si lascia guidare sai la può spalancare e guardare al futuro.

Per tagliare il traguardo devi alzare lo sguardo e sentirti sicuro.

Una porta socchiusa ai confini del sole

che quando si apre dona gioia e libertà.

Certe volte le ragazze hanno un po’ paura,

ma lo stesso vanno avanti tutte e tre in questa avventura.

Per aprire insieme quella porta che è socchiusa

e mantenere la promessa di salvare la principessa.

E’ un regno pieno di misteri e di magici pensieri

salendo ripidi sentieri arriverai lassù.

Una porta socchiusa ai confini del sole

che può aprirsi soltanto con un soffio d’amore

amore profondo che ci viene dal cuore,

si dal nostro cuore.

Chi si lascia guidare sai la può spalancare e guardare al futuro.

Per tagliare il traguardo devi alzare lo sguardo e sentirti sicuro.

Una porta socchiusa ai confini del sole

che da verso la libertà, la libertà.

Una porta socchiusa ai confini del sole

che può aprirsi soltanto con un soffio d’amore

amore profondo che ci viene dal cuore,

si dal nostro cuore.

Chi si lascia guidare sai la può spalancare e guardare al futuro.

Per tagliare il traguardo devi alzare lo sguardo e sentirti sicuro.

Una porta socchiusa ai confini del sole

che da verso la libertà.

Una porta socchiusa ai confini del sole…

 

Ci ritroviamo qui davanti alla sigla italiana di un anime giapponese, al cui interno non è contemplata quasi per nulla l’effettiva trama del racconto.

Il testo ci parla solo di tre ragazze che devono salvare una principessa.

Allontanandoci quindi dalla trama reale dell’anime Magic Knight Rayearth e basandoci sul solo testo della sigla italiana, potremmo ragionarci in termini sistemici.


Abbiamo una principessa prigioniera in un mondo alternativo, un multiverso, potremmo dire.

Abbiamo tre ragazze del mondo reale che desiderano aprire una porta e liberare la principessa.

Ed abbiamo un messaggio di base che ci dice “chi si lascia guidare sai la può spalancare e guardare al futuro”

Qui proprio in questa frase possiamo scoprire il senso della terapia.

 

Infatti  se pensassimo alla principessa prigioniera come a un male che ci portiamo dentro e reprimiamo, potremmo pensare a noi come alle tre ragazze.

Tre è un numero fondamentale in psicoterapia sistemica, poiché è la struttura minima di una relazione equilibrata.

Secondo Bowen, autore sistemico, il triangolo è la più piccola unità relazionale stabile. A livello familiare è caratterizzata dalle presenza di tre persone. Poiché, una relazione di coppia viene facilmente disturbata da forze emotive interne ed esterne, e generalmente l’ansia sale, una terza persona viene coinvolta nella tensione dei due, formando un triangolo. Quando invece la tensione è bassa, la relazione tra due persone può essere calma e piacevole. Tutto ciò è vero anche a livello individuale, in cui sostanzialmente è il singolo individuo a lottare con i suoi processi interiori, con i suoi traumi e le sue sofferenze creando talvolta in sé alcuni alter ego. 

Ecco quindi che le tre ragazze potrebbero essere considerate sfaccettature diverse della stessa persona. Poiché infatti ogni situazione è osservata da punti di vista differenti, qui abbiamo la visione di Luce, di Anemone e di Marina. La percezione di punti di vista differenti in sistemica è denominata Punteggiatura.

Infine abbiamo una porta. Una porta che è socchiusa, si può talvolta vedere attraverso e scorgere la strada che ci condurrà alla principessa e alla sua prigione, ma talvolta può essere molto difficile spalancarla.

La porta è un altro termine sistemico.

In psicoterapia infatti il terapeuta cercherà di varcare qualche porta per entrare in contatto con il paziente ed aiutarlo così a capire come gestire il proprio malessere. Se il paziente però non accetta l’apertura della porta probabilmente non è realmente interessato a migliorare il proprio stato. Talvolta è davvero complicato varcare una delle infinite porte interiori e il terapeuta si trova spesso con le spalle al muro impossibilitato ad aiutare il paziente.

Infine la sigla ci lascia un messaggio a conferma della nostra analisi.

“Chi si lascia guidare sai la può spalancare e guardare al futuro.

Per tagliare il traguardo devi alzare lo sguardo e sentirti sicuro.

Una porta socchiusa ai confini del sole

che dà verso la libertà”

La terapia infatti è un servizio che mira a migliorare la qualità della vita del paziente. Mira a spalancare la porta per liberare quel malessere imprigionato e represso, come la principessa che vorrebbe uscire e condividere i propri pensieri al mondo.

Ma per liberare la principessa e vivere il proprio benessere bisogna avere il coraggio di guardarsi dentro per poter andare avanti.

È necessario quindi che il paziente accetti di mettersi in gioco, tanto quanto il terapeuta, che si senta sicuro e non violato nell’intimo, anche perché al terapeuta non interessa la vita privata del proprio paziente, ma solo il raggiungimento del suo benessere e la sconfitta di ogni male. Whitaker, autore sistemico, assocerebbe quest ultimo pensiero a La battaglia per l’iniziativa, infatti per il terapeuta il processo della psicoterapia è suddiviso in alcune fasi e, ne La prima seduta, seconda fase del processo, si assiste a La battaglia per la struttura delineata dai soli coterapeuti e a La battaglia per l’iniziativa in cui si chiede al paziente di divenire responsabile della propria cura.

Con l’aiuto del terapeuta, (che se volessimo trovare un personaggio adeguato al ruolo, secondo la mia sola immaginazione, potremmo pensare al simpatico “Mokona”, il coniglietto bianco con il diadema rosso al centro della fronte) il paziente può aprire la porta socchiusa, la ferita aperta e liberare ciò che l’opprime, sconfiggere il dolore, rimarginare la ferita e con il tempo liberare la principessa, raggiungendo così il proprio benessere.

Il viaggio nell’altra dimensione e la scoperta che il regno non è un’illusione ci porta a pensare al nostro inconscio, a ciò che accade in noi a diversi livelli nel nostro mondo. Inoltre anche i misteri e i magici pensieri, sono termini utilizzati in psicologia e i ripidi sentieri ci fanno pensare all’impegno e alla forza di volontà che il paziente metterà in atto per superare il proprio ostacolo interiore.

La terapia o il percorso psicoterapico, quindi non deve essere guardato con timore o addirittura terrore, poiché tutto il percorso viene stabilito di volta in volta dal paziente stesso. È lui che deve aver desiderio di aprire le proprie porte, per farsi aiutare a guardarsi bene dentro. E il terapeuta è solo una guida che aiuta il paziente a individuare il malessere, a combatterlo e a superare l’ostacolo, puntando così al raggiungimento del suo benessere.

FG


Cherofobia, testo e musica di Martina Attili 

Nel video ufficiale, l’artista è sola in una stanza ampia e vuota che sente però stretta. Immobile davanti alla tv, quasi apatica, mentre un fiore mostro la segue come il senso di angoscia. 

Martina nasconde quattro elementi d’infanzia, il diario segreto, una collanina, un anello e una camicia, dentro a quattro coppe ribaltate, e li blocca sotto i piedi di un tavolo. Forse questi rappresentano elementi legati agli eventi positivi cui sono susseguiti quelli spiacevoli. Il senso di oppressione e di angoscia sono ben percepiti empaticamente dalle parole della canzone, durante tutto il filmato. La stessa Martina riesce a trasmettere la sua fobia nonostante alcuni movimenti che esprimono la ricerca di una piccola gioia, come il saltello infantile, che è contrastato dal peso di un corpo triste e spento. Una canzone, una poesia, una voce “da bambina” che esprimono il senso di vuoto legato a quella paura che nella nuova società sempre condivisa troppo spesso: La paura di essere felici.

Come è difficile, spiega l'artista Martina Attili[1] raccontarsi agli altri senza essere giudicati o svalutati e spiegar loro un ostacolo per noi insormontabile, quale la Cherofobia

Di seguito il testo:

[1] Dettaglio da "Fobie vecchie e nuove: conoscere per riconoscerle" in "Gli articoli"


Come te la spiego la paura di essere felici?

Quando non l'hanno capita nemmeno i miei amici

Mi dicono di stare calma quando serve

Mi portano del latte caldo e delle coperte

Ed è proprio quando stanno a parlare

Che vorrei gridare "grazie a tutti, ora potete andare!"

Ma resto qui

A guardare un film

Come te la spiego tutta la pazienza che ci metto?

Ma non riesco a vivere senza

Qualcosa che mi opprime

Che mi indichi la fine

Perché ho un cervello che è strafatto di spine

Ed il mio cuore è come un fiore

Crede ancora nel bene

Non sa che i petali cadranno tutti insieme

Sarà in quel momento che vorrà scoppiare

Mi griderà di smetterla di amare

Questa è la mia cherofobia

No, non è negatività

Questa è la mia cherofobia

Fa paura la felicità

Questa è la mia cherofobia

Ma tu resta

Come lo spiego quando nessuno ti capisce

Quando niente ti ferisce?

L'indifferenza più totale verso la forma astrale del male

Abbiamo stretto un rapporto speciale

E provo a raccontarlo in ogni canzone

Ma la gente pensa sempre parli di altre persone

"Ma come tu così carina

Con la faccia da bambina, con la voce da piccina"

Ma la bambina è cresciuta troppo in fretta

Tra i muri di una cameretta in cui ha iniziato a stare stretta

E ogni volta che qualcosa va come dovrebbe andare

Penso di non potercela fare

E cerco ogni forma di dolore

Mischiata al sangue col sudore

E sento il respiro che manca

E sento l'ansia che avanza

Fatemi uscire da questa benedetta stanza

Questa è la mia cherofobia

No, non è negatività

Questa è la mia cherofobia

Fa paura la felicità

Questa è la mia cherofobia

Ma tu resta

Dirti che staremo insieme

Dirti che staremo bene

Dirti che è così che andrà

Dirti che staremo insieme

Dirti io non starò bene

Sento l'ansia fin da qua 

Tattiche d'amore, menzogna e sincerità

Il film, uscito da poco sulla piattaforma Netflix, è di origine Turca ed inizia similmente a How to Lose a Guy in 10 Days (Come farsi lasciare in 10 giorni)  prosegue come John Tucker Must Die (il mio ragazzo è un bastardo)  con tutti i clichè possibili e immaginabili come la scena della ceramica da Ghost e la corsa finale in auto da Nothing Hill, per concludere con il classico Happy Ending Americano in aeroporto.

I due protagonisti scommettono con gli amici:  lui è un Don Giovanni, seduttore incallito che non riesce a legarsi. Stesso nel film scopriremo che è stato l’abbandono della madre a renderlo così vulnerabile e diffidente. Lei al contrario sembra un ex inguaribile romantica che per le troppe fregature si è inacidita, si potrebbe dire che la protagonista ha la sindrome del cuore di ghiaccio, nulla può scalfirla figuriamoci quelle tattiche ripetitive che metto in atto gli uomini seduttori.

Entrambi credono di conoscere l'altro sesso e pertanto di riuscire a tenere in pugno la situazione durante i loro appuntamenti... Il finale lo si capisce nei primi 3 secondi di film grazie a una pessima regia che mostra contemporaneamente i due sconosciuti, i loro pensieri e le loro chiacchiere con gli amici.  Ripetitivi sono anche gli incontri nei mezzi di trasporto e negli aerei, dovuti al “destino” o al “caso”. Come direbbe un mio professore: il caso non esiste. Ma questo è opinabile.

Classici incontri nel taxi e negli aerei.  Lei ride dell’uomo per le tattiche seduttive, mentre lui fa il gradasso pensando di poter rapire il suo cuore.

Il mio consiglio?

Guardate questi film,  sono carini,  ma imparate bene a non seguire i loro esempi.

Quando si incontra qualcuno bisogna parlare con sincerità ed essere se stessi,  andare piano,  senza trucchi o menzogne...  Viviamo in un secolo in cui il “persempre” dura il tempo di due notti.  In ogni relazione, sia essa di coppia o no, manca la comunicazione,  viviamo di tattiche... Tattiche d'amore,  tattiche d'amicizia,  passiamo la vita a complicarci l'esistenza. 

Le tattiche sono menzogne che forse in un filmetto da 4 soldi possono anche funzionare ma... (frase cliché)  la vita non è un film,  volete l'amore,  volete l'amicizia?  Siate voi stessi,  qualunque cosa questo possa significare perché non oggi, non domani ma magari tra un mese o tra un anno,  una persona che vi piace, con cui condividere momenti meravigliosi la potrete trovare. 

La menzogna nella vita reale non appassiona,  non innamora,  ciò che fa la menzogna è allontanare qualcosa che avrebbe potuto essere bella.

Ai giovani, tutti,  maschi e femmine,  non vi ponete tra i pensieri vostri domande sul partner, presente o futuro. Quelle tante domande che avete ponetele direttamente a lei/lui. Esempio: “come ti comporti solitamente? Cosa ti piace? Cosa non ti piace? Cosa vorresti dalla vita? Cosa non vorresti?" Parlate di più.. Comunicate di più  e immaginate di meno.  Fa bene riflettere,  ma non idealizzare

Noi umani siamo simili per lo più ma unici ognuno a modo proprio. Non fate i misteriosi,  tutto ciò che non è chiaro allontana e fa maletutto ciò che è chiaro può far male,  ma avvicinerà sempre

Comunicate!

Da vicino o da lontano,  per telefono o per chat,  dal vivo o online,  non nascondetevi dietro una foto finta o una finta biografia..  Andate avanti mostratevi,  raccontate anche i passati dolorosi ma non solo per fare breccia nel cuore di qualcuno, per incontrare la/il crocerossina/o del momento, ma solo per spiegare i vostri comportamenti e per essere sinceri.  Esempi: "io ho paura di innamorarmi perché so rimasta fregata più volte"  ok.  È giusto.  È sano ed umano.  "io non riesco a fidarmi di te,  perché ho sempre fatto tutto da sola"  ok,  ci vorrà del tempo,  abbiate pazienza. "non possiamo più  vederci come amici"  c’è qualcosa di non chiaro!! “Perché?  perché non andiamo d'accordo?  perché stai provando dei sentimenti x me? perché parti e vai a timbuctu per tutta la vita?”  Spiegatevi!  Non lasciate le frasi a metà.  Siate umani e semplici!


Ride of your life

https://youtu.be/c3oycAnLdEc (work in progress)

Scoprii la canzone guardando un film: mi piacque il film, ma sopratutto la canzone. 

L'autore spinge se stesso e la persona cui si rivolge a prendere in mano la propria vita, a non restare bloccato nel passato. La protagonista del film, pensava infatti che solo una volta conosciuto il padre biologico avrebbe capito chi lei fosse in realtà. 

Desiderava aprire il vaso di Pandora contenente la relazione dei due genitori. Il segreto che ognuno aveva conservato per 16 anni li aveva costretti ad allontanarsi. Il non detto infatti divide, la parola unisce. Il dialogo, base della comunicazione e quindi della relazione umana, termina quando non può più proseguire, e il non detto (o segreto) agisce proprio così: le due persone smettono di parlare, di spiegarsi e di lì a poco smettono di esserci. Il non detto, come anche la menzogna, porta ad una divisione nelle relazioni, ad un allontanamento. 

La stessa protagonista, dopo aver conosciuto il padre biologico ed aver aperto il vaso di Pandora, capisce che non era quella la strada giusta per capire e conoscere se stessi. La strada giusta è ascoltarsi. Ascoltare noi stessi ci dà la forza e il desiderio di prendere in mano la nostra vita, proprio come ci propone l'autore della canzone. 

A rafforzare la mia idea, segue il testo della canzone con traduzione.

Testo:

Wishin' on a shooting star

The dreams alone won't get you far 

Can't deny your feelings anymore

The world is waitin' right outside your door 

What are you waiting for? 

C'mon here's your chance

Don't let it slip right through your hands

Are you ready for the ride of your life? 

Your dreams are riding on the wind 

Just reach out and blow them in

Get ready for the ride of your life?

In your heart you know what you must do

You've only got yourself to answer to 

Don't let fear of falling hold you down

Your spirit's flyin high above the clouds

You're goin there 

Your on your way no lookin back 

And there's no future livin' in the past 

And you're free at last 


TRADUZIONE:

Sperare in una stella cadente non basta a far avverare un sogno

Non negare più i tuoi sentimenti, apriti al mondo, cosa aspetti?

Forza è la tua occasione, non fartela scivolare dalle mani, sei pronto?

I tuoi sogni cavalcano sul vento, allunga le mani, prendili, sei pronto per guidare la tua vita?

Nel tuo cuore sai cosa fare, solo tu hai le risposte alle tue domande

Non lasciare che la paura ti faccia cadere, il tuo spirito vola in alto tra le nuvole e tu sei lì

Cammina, non guardare indietro, non c'è futuro nel passato, tu sei finalmente liber*

Corri a riprenderti la tua vita!


FG